Scuola e politiche per l’infanzia alla prova dell’emergenza

Un articolo di Chiara Saraceno
su Lavoce.info del 10 aprile 2020

La pandemia è un vero stress test anche per il sistema scolastico e la sua capacità di essere davvero inclusivo. Un test che sta mostrando le debolezze di una società che non è capace di investire nei più piccoli e nelle nuove generazioni. E di una scuola impreparata.

Si fa presto a dire “didattica on line”

Proprio mentre la chiusura delle scuole e dei servizi educativi per l’infanzia sta stravolgendo la vita e le opportunità dei bambini e ragazzi, questi sembrano spariti dal radar della, già tradizionalmente scarsa, attenzione politica. Dal ministero dell’Istruzione arrivano solo apparentemente rassicuranti indicazioni che “non verrà bocciato nessuno”, e che la didattica on line sarà obbligatoria sia per i docenti che gli studenti, senza che ci si ponga il problema non solo della qualità minima che deve avere questa didattica, ma anche dei diversi e disuguali strumenti e competenze che i docenti e gli studenti hanno per accedervi. Non viene neppure nominata la questione di chi, spesso già in condizione di svantaggio nel contesto “normale”, non ha avuto accesso, o comunque non ha potuto fruire pienamente della didattica on line. Secondo i dati dello stesso ministero, il 6 per cento di tutti gli studenti non accede a nessun tipo di didattica on line, perché non offerta dagli insegnanti o perché non arriva la linea. Anche tra chi vive in zone servite da internet molti non possono davvero fruirne, perché in casa l’unico modo di accedere a internet è uno smartphone, che spesso deve essere usato da più persone… [continua].